Per spiegare questo concetto ai miei allievi faccio un esempio:
Prendete come presupposto di non un avere una morale, quindi i concetti di bene e male, giusto o sbagliato non hanno per voi alcun significato.
Ora pensate di andare a lavorare durante il giorno e di ricevere per questo uno stipendio, poi la sera uscite e andate a rapinare una banca e portate a casa, per così dire, un secondo stipendio… Ora, il fatto di percepire uno stipendio dal primo lavoro (rinforzo positivo) non porta con sé la spiegazione che rubare sia sbagliato e quindi un’azione da non fare ( pensateci oggettivamente due stipendi sono meglio di uno); quindi se nessuno vi spiegasse che non si possono rapinare le banche e che per questo ci sono anche delle conseguenze, la vostra sola esperienza non vi permetterebbe di capirlo.
Ma cosa c’entra questo col rinforzo?
La stessa identica cosa vale per i nostri cani: ricevere una ricompensa tutte le volte che il cane torna da noi o compie un’azione a noi gradita porterà sì il cane a riproporre quel comportamento ma non gli permetterà di capire che invece altri non sono graditi o funzionali a quel contesto; sarà quindi necessario, oltre al rinforzo (che può essere un bravo detto con entusiasmo, un gioco, una coccola, del cibo..), inserire anche degli stop, dei paletti che aiuteranno il cane a capire che determinati comportamenti non sono adatti a quella data situazione.
Sarà poi compito nostro dare al cane un’alternativa e indirizzarlo verso un comportamento, azione od emozione che possa permettergli di vivere in maniera più serena e sicura all’interno della nostra società.
Non fraintendetemi non sono contro il premiare il cane, anzi reputo sia indispensabile e fondamentale farlo in ogni fase della sua vita, ma credo anche che non possa esserci un vero apprendimento solo tramite esso.
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